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Codice Privacy, l’art. 110 è una norma iniqua: danneggia la ricerca no profit

Autore: Avv. Diego Fulco

Siamo di fronte a un regime giuridico che scoraggia la buona ricerca medica, biomedica ed epidemiologica: quella non profit, svolta dai migliori ricercatori e clinici italiani, che operano presso strutture sì private, ma convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale.

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Marketing diretto: sfatiamo il mito del consenso

Autore: Avv. Diego Fulco

Se davvero il consenso fosse stato la diga che il legislatore Ue aveva immaginato, non saremmo tutti subissati di spam, soprattutto di tele-selling molesto. Ci chiediamo allora: è il consenso la salvezza, o ci sono altre vie per tutelare le persone da comunicazioni commerciali indesiderate?

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I dati pseudonomizzati trasmessi ad un destinatario che non abbia i mezzi per re-identificare gli interessati non sono dati personali

La General Court dell’UE ha chiarito la linea di demarcazione tra dati pseudonimi e anonimi, aprendo alla possibilità che i dati pseudonomizzati non siano considerati dati personali.

In particolare, la Corte raccomanda una valutazione sulla base delle circostanze del caso specifico e dell’effettiva capacità di ciascuna parte di identificare l’interessato, precisando che i dati pseudonomizzati trasmessi a un destinatario non sono considerati dati personali se il destinatario non ha i mezzi per re-identificare gli interessati.

Sul tema, il contesto interpretativo è stato finora delineato, da una parte, dalle indicazioni delle Autorità europee e dei garanti nazionali (cfr. in particolare l’Opinion 5/2014 del WP29, la Guida dell’ENISA del dicembre 2019 o ancora le Linee Guida dell’ICO, attualmente in corso di revisione); dall’altra, localmente, dal “Codice di Condotta per l’utilizzo di dati sulla salute a fini didattici e di pubblicazione scientifica” adottato dalla Regione Veneto e approvato dal Garante con provvedimento del 14 gennaio 2021, sinora ritenuto un punto di riferimento a livello nazionale.

Questa pronuncia propone ora un nuovo orientamento e sarà interessante capire se verrà fatto proprio dall’EDPB nelle Linee Guida sui processi di anonimizzazione e pseudonimizzazione, pianificate con il programma di lavoro 2021/2022.

Questa sentenza può ancora essere impugnata presso la CJEU.

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La proposta di riforma del settore Pharma, parola chiave: innovazione

La Commissione ha reso nota l’intenzione di riformare, dopo oltre 20 anni, la legislazione europea in materia farmaceutica.

L’intento, coniugato sotto diversi aspetti, è quello di rendere la normativa di settore più snella e di attualizzarla.

La riforma punta, infatti:

  • alla semplificazione delle procedure, nell’ottica di un adeguamento rispetto alla trasformazione digitale e alle nuove tecnologie;
  • alla creazione di un Mercato Unico dei medicinali, per garantire l’accesso in modo equo, tempestivo e a prezzi accessibili;
  • alla promozione dell’innovazione e della competitività, soprattutto nello sviluppo di nuovi medicinali;
  • alla previsione di incentivi, tra cui una protezione normativa minima di 8 anni, fino a un massimo di 12 per i medicinali innovativi.

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